Ogni praticante deve sapere che se non resta nel momento presente, la consapevolezza non può entrare nell’area in cui il tempo non esiste.

Le suddivisioni del tempo che abbiamo creato non sono reali. Il tempo è assoluto, ma esiste solo nel presente. Per quanto concerne la dimensione del tempo non vi è passato o futuro, vi è solo il presente di cui facciamo esperienza in ogni momento.

Il passato e il futuro sono un inganno in relazione al tempo. Se appaiono realistici ai nostri occhi, è solo perché mettiamo in relazione il tempo con gli eventi, ma questa è un’interpretazione assolutamente errata del tempo.

Il passato e il presente esistono solamente in relazione agli eventi. E’ la mente che associa le esperienze passate in un quadro temporale immaginario. In realtà il passato non esiste e neppure il futuro. Ma noi li immaginiamo come reali poiché la mente continua a rivivere le impressioni degli eventi del passato che hanno avuto su di essa un forte impatto, oppure si proietta nel futuro creando allucinazioni su ciò che potrebbe accadere.

Questo non significa che il futuro sia reale, giacché potremmo cessare di esistere prima di allora, è solo la mente che lo percepisce come tale perché é abituata a rimuginare sugli eventi che si sono verificati e sulla base delle esperienze passate si proietta nel futuro.

In sanscrito il tempo è definito kaala, ciò che consuma e divora ogni cosa nella creazione. Shiva è anche chiamato Mahakaala, il grande tempo, e la sua consorte è Kali, la distruttrice del tempo. Kali simboleggia la morte o lo sradicamento delle nostre false nozioni di tempo riguardo al passato e al futuro, mentre Mahakaala è il simbolo dell’atemporalità. Così quando si afferma che si deve vivere nel presente, ciò che vuol dire è che il praticante deve separare la mente dagli eventi e connetterla al tempo in senso assoluto, o kaala.

Pertanto, quello che il praticante può fare per esercitarsi, è di fissare la mente su di un oggetto così da rimanere focalizzato sul presente. La mente può divagare ripetutamente e deviare su eventi avvenuti nella vita, ma il praticante deve riportarla sull’oggetto.

Con la pratica, la consapevolezza diviene stabile, fissa e focalizzata sull’oggetto e sullo spazio che esso occupa nel momento o tempo presente. Gradualmente tutti e tre, tempo, spazio e oggetto, si fondono l’uno con l’altro fino a creare un’esperienza esplosiva nel nucleo, o bindu, dei centri psichici dove si incontrano. Questi centri psichici si trovano nel corpo fisico, sono vortici di nadi, o correnti praniche, che trasportano il flusso di energia vitale attraverso il corpo.

 

Magdala